MUSEI RESILIENTI: L’EFFETTO CATALITICO DEL COVID-19
INTERVISTA A CAROLYN HALPIN-HEALY
Carolyn Halpin-Healy è cofondatrice e direttrice esecutiva di Arts & Minds, un’organizzazione che collabora con dieci musei di New York e con lo Smithsonian di Washington per proporre programmi museali dedicati alle persone con demenza e ai loro caregiver progettati per contrastare l’isolamento e ridurre il burnout del caregiver.
Dopo aver invitato Carolyn, nel luglio 2020, per una giornata di formazione con gli educatori che fanno parte del Sistema MTA, la incontriamo di nuovo in occasione del convegno Musei Resilienti.
Abbiamo chiesto a Carolyn di parlarci dell’approccio di Arts & Minds.
Arts & Minds riconosce la demenza come una questione di giustizia sociale: l’approccio adottato promuove il rispetto della dignità umana, respinge gli stereotipi sull’invecchiamento e contribuisce a un mondo più amico della demenza. L’organizzazione inoltre dà la priorità alle comunità nere e ispaniche / latine in cui i tassi di demenza sono sproporzionatamente alti, e lavora in comunità svantaggiate. Progettati per contrastare l’isolamento e ridurre il burnout del caregiver, i programmi di Arts & Minds hanno dimostrato di migliorare il benessere coinvolgendo le persone in esperienze educative e creative. Nel 2015 Arts & Minds ha ottenuto il Rosalinde Gilbert Innovations in Alzheimer’s Disease Caregiving Legacy Award, un premio attribuito specificamente per la valorizzazione della diversità delle persone con demenza.
In che modo Arts & Minds ha reagito alla chiusura dovuta all’emergenza sanitaria e come i partecipanti hanno risposto a queste proposte?
Nel marzo 2020, l’emergente pandemia COVID-19 è servita da catalizzatore per Arts & Minds, inducendoci a cambiare immediatamente la nostra piattaforma di programmazione. A causa del rischio di trasmissione, e della conseguente chiusura dei musei, non sono stati più possibili incontri di persona con i partecipanti.
Anticipando il blocco di New York City, Arts & Minds ha avviato un’iniziativa virtuale completamente nuova a partire da metà marzo, “Arts & Minds @home | Arts & Minds en casa”. Nell’ultimo anno, i nostri programmi sono stati proposti con successo ai partecipanti direttamente nelle loro case tramite videoconferenza. Inoltre, l’approfondimento degli aspetti più importanti di una programmazione online ha consentito lo sviluppo di un corso di formazione a distanza che aiuterà i musei a raggiungere più persone con demenza nelle loro comunità. I programmi online hanno costituito una risorsa efficace per coinvolgere i partecipanti nel luogo in cui vivono, eliminando le barriere geografiche e le sfide dei viaggi fuori casa, a volte problematici a causa di disabilità fisica, accesso ai trasporti e sfide comportamentali, che molti partecipanti affrontano anche in tempi ordinari. Questa esperienza ha dimostrato che la domanda di coinvolgimento online proseguirà anche quando cesserà l’emergenza pandemica e saremo ancora una volta in grado di godere di visite in presenza nei musei in sicurezza. Prevediamo che i programmi virtuali da casa diventeranno una parte duratura della proposta di attività di Arts & Minds.
Qual è la relazione tra i programmi museali per le persone con demenza e i servizi sociosanitari negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti, il rapporto tra il settore dei musei, quello della salute e i servizi sociali non è affatto uniforme, varia da luogo a luogo. Sono i musei, e le associazioni con cui collaborano, che hanno preso l’iniziativa di proporre programmi per le persone con demenza e per chi se ne prende cura. Le organizzazioni di supporto e tutela delle persone con demenza sono sempre più consapevoli dell’utilità dei programmi di incontro con l’arte: sono loro ad aiutare Arts & Minds e i nostri colleghi che lavorano nei musei a raggiungere le persone che vivono con la demenza. Pochi fra i membri della comunità medica sono a conoscenza dell’esistenza di programmi museali per le persone con demenza. Sarebbe necessaria una ricerca che dimostrasse l’efficacia di tali programmi, ma è finora stato difficile ottenere finanziamenti per realizzarla. In conclusione, avremmo bisogno di un sistema che indirizzi le persone con demenza ai programmi museali: ancora non abbiamo niente del genere, ma il settore Arts & Health sta lavorando per un migliore coordinamento tra i settori.