Strategie per un museo che guarda al futuro
Marjan Ruiter, Zeeuws Museum, Middelburg

Racconto a cura di Federica Tiripelli, Il Cassero per la scultura italiana, Montevarchi (AR).

 

Il ruolo dei Musei nella comunità sta cambiando e tra alcuni anni ci sarà una netta distinzione tra le istituzioni orientate ai numeri e quelle orientate a rispondere ai bisogni della comunità. Per una corretta strategia per il futuro è necessario rilevare e analizzare sia i dati quantitativi che qualitativi dei programmi attivati dalle istituzioni museali, misurando soprattutto l’impatto che hanno sulla società.

Questi elementi sono sicuramente fondamentali per comunicare con i vari stakeholder e soprattutto con i finanziatori che dovrebbero essere strategicamente coinvolti nelle varie attività proposte in modo che possano conoscerle direttamente. Anche i direttori possono essere considerati stakeholder e come tali devono essere informati e sensibilizzati: è necessario cercare in primis supporto all’interno per poi comunicare efficacemente i programmi all’esterno.

 

Ph: Bruno Bruchi, Siena

 

A Middelburg, nel sud dei Paesi Bassi, dove è ubicato lo Zeeuws Museum, si possono registrare due situazioni significative che hanno influenzato la scelta delle attività educative per creare una reale coesione sociale.

• la maggior parte persone anziane vive da sola

• il numero degli stranieri nell’arco dell’ultimo decennio è sensibilmente cresciuto.

 

Lo Zeeuws Museum, attraverso le opere d’arte, ha cercato di creare connessioni tra le persone.

Con un progetto rivolto ad anziani, bambini e giovani divisi in piccoli gruppi il Museo ha lavorato per ricostruire la connessione tra generazioni: la collezione è diventata quindi un’occasione per condividere storie ed emozioni. Il progetto “Sharing Kwnoledge” ha invece coinvolto gli artigiani con l’obiettivo di conservare, condividere e valorizzare competenze e saperi. Le tecniche artigianali sono state inserite nei programmi scolastici e sono state il punto di partenza per alcuni artisti, ingaggiati dal Museo, nella creazione di un’opera d’arte. Il lavoro artigianale è di grande valore dal punto di vista sociale e culturale e questo progetto contribuirà a garantire il passaggio di competenze utili anche alla cura della collezione del Museo.

Nell’ambito del “Community Art Project” della città di Middelburg, il Museo ha inoltre previsto un ciclo di incontri sulle tecniche artigianali (tessuti e legno per esempio) articolati in piccoli gruppi e in un contesto molto informale per costruire un rapporto di reciproca fiducia.

 

Ph: Bruno Bruchi, Siena

 

Anche alle persone con demenza vengono proposte attività in cui si creano connessioni: la musica come le tecniche artigianali sono strumenti chiave perché restano nella memoria e fanno sentire le persone ancora sicure di sé e importanti. Queste emozioni non si concludono al Museo: grazie al coinvolgimento degli studenti che, a partire da un’opera d’arte, scrivono e consegnano un messaggio agli anziani, la relazione prosegue e si potenzia. Gli anziani conservano questi messaggi per lungo tempo come qualcosa di estremamente prezioso.

Con la scuola è stato attivato anche un programma che prevede attività in piccoli gruppi composti da anziani, anche con demenza, e studenti che nelle sale espositive dialogano sui temi non inerenti la collezione sebbene alcune opere possano essere l’occasione per iniziare la conversazione. La sala con la tappezzeria delle battaglie navali stimolerà probabilmente una riflessione sugli eventi bellici o sui tessuti tradizionali. Gli educatori museali intervengono solo in caso di necessità dal momento che il progetto cerca di fare leva anche sulla costruzione di un rapporto di fiducia tra educatori e giovani che vengono comunque preparati durante un incontro preliminare.

 

Ph: Bruno Bruchi, Siena

 

Sono stati attivati anche alcuni programmi per facilitare la connessione con la collezione fuori dal Museo.

Lo Zeeuws Museum possiede un robot che offre la possibilità alle persone che hanno difficoltà a raggiungere il museo per problemi di salute di fruire della collezione a distanza. Questo strumento, gestito da casa tramite il proprio PC, consente di effettuare sia la visita panoramica delle sale espositive che di focalizzarsi sui dettagli. Il robot si è ovviamente rivelato molto utile anche durante il lockdown.

Ottocento residenze per anziani dei Paesi Bassi sono state dotate di un touchtable che permette agli anziani insieme ai propri familiari e agli educatori geriatrici di fare un’esperienza museale a distanza. I produttori dei tablet si occupano dei contenuti ed i Musei contribuiscono a implementare i programmi.

 

Ph: Bruno Bruchi, Siena

 

Marjan Ruiter propone ai partecipanti al workshop di fare un’esperienza che il museo abitualmente realizza nelle residenze per anziani e nelle scuole per comunicare il Museo fuori dal Museo.

Una collana di corallo e poi un ritaglio di tessuto passano di mano in mano e al termine a ciascun partecipante viene chiesto cosa rappresentano per lui questi oggetti e quali emozioni suscitano.

L’esperienza tattile e la condivisione delle esperienze è supportata dalla visione di un dipinto che raffigura una giovane coppia: la donna indossa una collana di corallo e l’uomo una camicia di tessuto fantasia.

Un’opera d’arte, ma soprattutto gli oggetti hanno un grande potere evocativo poiché raccontano il vissuto di ciascuno e fanno affiorare ricordi. Anche nelle persone con demenza l’utilizzo degli oggetti e l’esperienza tattile sono esperienze significative e stimolanti.

 

La regione in cui è ubicato il museo si sta focalizzando sulla prevenzione per migliorare la qualità della vita degli anziani e per ritardare il momento in cui risulta necessario un intervento assistenziale importante. Questo si traduce anche in un notevole risparmio di risorse umane ed economiche per la gestione delle persone con decadimento cognitivo.

Per raggiungere un pubblico più ampio e allargare quindi i programmi alle persone con deficit di memoria ovvero quelle che appartengono alla cosiddetta “grey zone”, lo Zeeuws Museum nella propria comunicazione evita di utilizzare le parole “alzheimer” e “demenza”.

 

Marjan Ruiter è molto coinvolta in queste attività sia come direttrice del Museo sia come ambasciatrice dell’Alzheimer Society dei Paesi Bassi.

 

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